Peintures : Angela Biancofiore (2006)
Musiques : David Darling
I segni-colore: percorsi inauditi dell’essere par Comasia Aquaro
I segni-colore si muovono dentro, ti muovono dentro, smuovono un mondo…
Sono segni dentro il colore, percorsi inauditi dell’essere, fra i dolci rossi aggressivi, i verdi boscosi, i mari-cieli, i neri di cera cangianti, i gialli caldi e amari, i bianchi impalpabili…il sole sempre.
Tutte le gradazioni dello spirito, tutti i dinamismi umani e naturali, tutte le danze: un vortice di luce. Un tutto vitale. I segni corrono veloci, immersi in una corrente di colore, e acquistano quasi un volume etereo. Si svolge tutto in fretta. Gli occhi, sono quelli socchiusi di chi si abbandona ed è quello l’istante: lo spazio-tempo è svincolato, libero.
La pittura di Angela appare quasi l’esito di un’ascesi verso la “percezione prima” del mondo, quella percezione che percepisce, senza sapere di percepire, che sa, prima di sapere, che assorbe segni e colori del mondo, prima ancora che questi diventino “cosa” elemento catalogabile del vasto universo. I segni sono come se uscissero direttamente dagli occhi in quell’istante. Il colore è sguardo liquido.
Angela è riuscita a fissare una sorta di sguardo inconscio, sotterraneo, quella luce in fieri che scintilla. Questi fiumi di segni si rivelano all’occhio fortemente liquidi, trasparenti, magnetici, si esaltano l’un l’altro, ma senza mai perdere la loro matrice cromatica.
Non è uno specchiarsi di tinte, un gioco di riflessi o di contrasti, ma è un’identità nuova del colore, che è reso libero, visibile e vitreo, resistente, disposto a mescolarsi senza miscelarsi, senza mai confondersi, e pur accostandosi, intrecciandosi, sovrapponendosi agli altri elementi della vasta gamma, il colore mai perde la sua unicità nel suo indissolubile legame col segno. Questa nuova entità materica, questa nuova identità del segno di colore è data appunto dal movimento. I colori sono astatici, fortemente plastici e pluridimensionali. Il segno pittorico di Angela Biancofiore è vivo, è fuoco d’opera impresso, come se ancora scintillasse nei pennelli, nell’attimo in cui l’energia si fa creazione.
I suoi lavori emanano una pluralità di forze, che si attirano, si respingono, si incontrano, deflagrano, scintillano luce sacra. E pur se a volte sfugge una luce scura di neri strisciati dentro cieli roteanti, questa è accostata a una luce massima…e quando il ritmo vitale si fa incessante e vorticoso… e quando la ricerca pittorica si fa estenuante nel tentativo di congiungere gli opposti, ecco che trasmette una tensione altissima che si fa acuto grido color segno.
Lo spettatore guarda e riguarda, cerca una sponda razionale, una “misura” che lo riporti alla tranquilla misura dell’arte..ma Angela Biancofiore ha superato il varco, ha abbattuto il blocco logico della percezione razionale. L’artista “sente” innanzitutto, e sente ancor più, quando il proprio daimon si è fatto beffe di tutte le catene, comprese quelle che legano la percezione sensibile. Ed ecco quindi che l’opera di Angela è un’opera pluridimensionale, caleidoscopica e attiva.
Non c’è un varco tra un codice di figurazione ideale e quello pittorico, l’invenzione di quest’artista infatti sta proprio nella forma della rappresentazione che è “diretta”, che salta cioè la fase di idealizzazione concettuale, per entrare immediatamente, carne e sangue, nel segno pittorico, che viene quasi captato, preso al volo.
Angela sente che la verità essenziale è celata proprio in quell’energia vitale in fuoco d’opera, ed è per questo che i suoi segni di colore sembrano magmatici.
Il conflitto, la lotta, l’amore, la morte, la magia: tutto è evento consustanziale che muove l’essere e rinnova, in un tempo che non è solo quello del magma e della conflagrazione, ma anche quello del gioco, dello schiudersi innocente delle forme, un tempo di luce zenitale sulle cose tutte, di nascita e respiro. Il mondo è restituito a se stesso, al suo respiro ancestrale, ai suoi segni innati che segnano la verità. E’ l’esito di un lavoro intenso, incessante, di una ricerca ardua e faticosa, al limite dell’essere, che pulsa ancora forte nelle sue opere e che accelera il ritmo della pittura.
Angela riesce a trasmettere la semplicità della vitale essenza, sapientemente e tenacemente ricercata proprio in quell’immediatezza del segno, in quell’autentico agire coi segni e dentro i segni di colore, fino a farsi l’artista quasi medium, segno essa stessa di un segno ontologico universale. Ed ecco che i segni-colore si librano nell’aria, si staccano dalla carta. L’opera ha vinto la materia, il segno si è liberato dell’impaccio del supporto, e riesce ad entrare direttamente nello spazio dello spettatore che si trova così coinvolto in una dinamica cosmica, dove non ha più senso chi è lo spettatore e chi l’artista, perché è l’arte.L’impronta pittorica di Angela è sgombra, pulita ed essenziale, poiché affonda direttamente nell’archetipo del segno stesso. E allo spettatore tocca lo sbalordimento, lo stupore che è proprio di chi partecipa inaspettatamente all’attimo in cui si disvela l’inaudita verità del mondo, e la ragione non fa in tempo a dar forma a quella verità, perché la mente sa formulare solo dopo, quando il movimento è già avvenuto, ed è impossibile a tal punto comprendere poiché l’intera verità era tutta dentro “quel” movimento e in quell’istante…E solo l’istinto spirituale dell’occhio sa che quel vortice di colore, quella lotta, quel sole e quella notte, quell’acqua e quel fuoco, quel fiore e quel volo, quel magma e quel mare, quel nuovo cielo d’arte in cui il suo sentire è immerso, sono in fondo, la verità della vita stessa.